Gli scenari futuri dell’Agrifood Euromediterraneo – Come ripartire in modo più giusto e sostenibile

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Fondazione PRIMA e Unione per il Mediterraneo presentano i risultati dell’indagine sugli scenari futuri dell’agroalimentare alla luce della crisi pandemica

 

  • 15 luglio: l’indagine condotta da PRIMA sarà discussa online con i principali partner
  • Innovazione, tracciabilità e digitalizzazione i driver per il futuro. Il rischio del divario economico

 

10/07/2020 – Nuove sfide, tendenze emergenti e necessità di trasformazioni: PRIMA e Unione per il Mediterraneo promuovono un dibattito online sugli scenari futuri dell’agrifood euromediterraneo, discutendo i risultati della indagine, le possibili soluzioni e le principali iniziative in corso.

L’innovazione, la tracciabilità e il commercio elettronico sono gli argomenti chiave, ampiamente riconosciuti dai destinatari del sondaggio come tendenze emergenti per il settore agroalimentare del futuro. È interessante notare che i risultati raccolti rivelano che l’innovazione sociale e organizzativa è considerata ancora più urgente rispetto all’innovazione tecnologica, che tuttavia viene interpretata come un motore per il futuro.

La sostenibilità è un altro tema cruciale che, tuttavia, non viene percepito in modo unanime e convergente. Sebbene vi sia un ampio consenso sul fatto che lo scenario post-COVID indurrà le imprese a mantenere l’attenzione sulla transizione verso modelli sostenibili, non è altrettanto chiaro se i consumatori presteranno maggiore attenzione a prodotti alimentari sostenibili, nutrienti e sani.

Questa divergenza di opinioni potrebbe essere compresa alla luce del rischio di un ulteriore divario economico che molti hanno sottolineato come un rischio concreto, che può presentarsi anche nelle scelte dei consumatori e nel settore agroalimentare in generale. Un divario che sembra essere confermato anche quando si guarda al ruolo e al comportamento delle PMI rispetto alle grandi aziende. Per queste ultime, le risposte mostrano che il rischio di gravi problemi finanziari potrebbe influire meno gravemente sulle loro attività.

L’indagine promossa da PRIMA, insieme al Segretariato Italiano, aveva lo scopo di comprendere i cambiamenti e le nuove dinamiche in atto nel settore agroalimentare e ha coinvolto i rappresentanti dei 19 Paesi aderenti al Partenariato così come alcuni esperti della regione euromediterranea, ricevendo più di 180 risposte, oltre a numerosi commenti ed osservazioni, che hanno fornito ulteriori spunti di riflessione.

 “Abbiamo il privilegio di collaborare con le principali istituzioni, organizzazioni e iniziative per promuovere congiuntamente soluzioni innovative per un sistema agroalimentare più sostenibile nell’area del Mediterraneo” –afferma Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA. “Possiamo indurre trasformazioni positive, offrendo opportunità concrete a agricoltori, innovatori, ricercatori e PMI, soltanto attraverso partenariati più forti”.

“La crisi in corso sta colpendo il Mediterraneo in maniera molto significativa nel momento in cui ci stiamo preparando per il 25° Anniversario da quando la Dichiarazione di Barcellona lanciò una nuova era di dialogo per la nostra regione. Con attività di partenariato in ricerca e innovazione possiamo riflettere insieme sul futuro della nostra regione e sul suo cammino verso lo sviluppo sostenibile. Per questo, è cruciale lavorare in stretta sinergia con attori chiave come PRIMA”, dichiara Nasser Kamel, Segretario Generale dell’Unione per il Mediterraneo.

Con risposte eterogenee in merito alla struttura delle filiere alimentari internazionali, al ruolo della dieta mediterranea e alla futura produzione locale, il dibattito si prospetta estremamente interessante, considerata anche la presenza di importanti istituzioni del settore, quali la Commissione europea e la FAO, iniziative congiunte di ricerca e innovazione, quali EIT Food, JPI FACCE ed esperti di diversi settori.

Il dibattito online del 15 luglio (ore 17.30 CET) rappresenta un ulteriore passo per individuare e promuovere soluzioni concrete al fine di dare attuazione all’Agenda 2030, nonché al nuovo Green Deal e alla strategia europea “Dal produttore al consumatore”, in relazione alle tematiche della sostenibilità, dell’innovazione trasformativa e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Tutto ciò è ancora più strategico e determinante per la nostra regione mediterranea.

Il dibattito si svolgerà su Zoom in lingua inglese con traduzione in arabo e in live streaming sui canali social del Segretariato Italiano PRIMA. Per registrarsi e partecipare al dibattito: https://www.primaitaly.it/future-scenarios-for-euromed-agrifood/

 

 

PRIMA (Partnership on Research and Innovation in the Mediterranean Area) è il programma euromediterraneo che sostiene progetti di ricerca e innovazione sui sistemi agroalimentari sostenibili e la gestione delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo. Il programma, che è al suo terzo anno di attuazione, ha un budget di 500 milioni su 7 anni ed è promosso e finanziato congiuntamente dalla Commissione Europea e da 19 Paesi dell’area Euro-Med, 11 membri dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 non-EU (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia).

Il Segretariato Italiano di PRIMA, istituito presso l’Università di Siena – Santa Chiara Lab, grazie al contributo del Ministero dell’Università e Ricerca, svolge le attività di promozione e di disseminazione del Programma PRIMA nel nostro Paese. Le principali attività del Segretariato riguardano aree tematiche come gestione sostenibile della risorsa idrica, agricoltura sostenibile, cibo e filiera agro-alimentare. 

L’Unione per il Mediterraneo (UpM) è una organizzazione intergovernativa euro-mediterranea di cui sono membri tutti i Paesi dell’Unione Europea e 15 Paesi delle zone sud ed est del Mediterraneo. La missione di UpM è favorire il dialogo regionale, la cooperazione e l’attuazione di progetti e iniziative in grado di offrire un impatto tangibile per i nostri cittadini, con particolare attenzione ai giovani e alle donne, così da affrontare tre obiettivi strategici per la regione: stabilità, sviluppo dell’uomo e integrazione.

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